Porta Elisa News

Tommei: "Ecco cosa chiedo ai portieri della Lucchese"

sabato, 30 luglio 2022, 08:31

di diego checchi

Il preparatore dei portieri Paolo Tommei si racconta e spiega quali sono i suoi metodi di allenamento e per quale motivo è venuto a Lucca, prima tappa nel mondo dei portieri professionisti.

“Sono alla prima esperienza con i grandi – ha affermato il preparatore rossonero – e quello di Lucca per me è un punto di partenza. Prima di questa avventura ho allenato per 6 anni nel settore giovanile e per 2 anni in quello del Tuttocuoio”.

Com’è andata la trattativa con la Lucchese?
“Sono stato chiamato dalla società e ho accettato molto volentieri di misurarmi in questa avventura con i grandi perché il mio obiettivo è sempre stato quello di fare l’allenatore dei portieri a certi livelli e questa è un’ottima opportunità. Sono stato per tanti anni un portiere e quindi negli ultimi anni di carriera ho iniziato a studiare anche i trucchetti da allenatore perché era quello che volevo fare. A me piaceva proseguire l’avventura sul campo e così è stato”

Ci sono degli allenatori che l’hanno spinta a fare questo mestiere?

“Due in particolare: uno quando giocavo nel Bassano in C2, Antonio Lacara, e l’altro è Renato Redaelli quando ero a Forte dei Marmi”.

Che tipo di lavoro sta facendo in questo ritiro con i suoi portieri?
“Intanto lavoro con tutti e tre allo stesso modo, perché anche Galletti deve essere pronto ai ritmi della prima squadra. Al mattino faccio prevalentemente un lavoro di forza mentre nel pomeriggio mi concentro sul situazionale e su quello che può accadere durante la partita”.

Lei di quale scuola di pensiero è? Di quella in cui il portiere deve essere bravo con i piedi, o prima di tutto deve saper parare?

“Diciamo che ci vuole un mix nelle due cose. A me piace un portiere che deve essere bravo tra i pali e nelle uscite. E poi deve anche saper giocare con i piedi. Ma attenzione: un portiere non deve essere un centrocampista”.

Ha due portieri importanti in squadra: privilegerà l’alternanza di partita in partita, oppure no?
“Conterà prima di tutto il lavoro della settimana. Ma non sono uno che crede molto al cambiamento di portiere ogni partita. Credo che un portiere vada visto nell’arco di un periodo e non è che se uno commette un errore la domenica dopo non gioca. È chiaro che se vedo che un ragazzo ha un po’ di calo, allora possiamo pensare anche di cambiarlo. Ma il ruolo dell’estremo difensore è delicato e non credo che faccia bene a nessuno giocare una partita si e una partita no”.

Che campionato si aspetta?

“Un campionato tranquillo, poi chissà. La rosa della squadra deve essere ancora completata e questi sono i primi giorni di lavoro, quindi è difficile dare un giudizio preciso”.

 




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