Rubriche : pomepy calling
lunedì, 13 aprile 2020, 08:35
di pablo galligani
Nella lunga e gloriosa storia del Pompey (che come ricordato nel precedente articolo ha compiuto 122 anni lo scorso 5 aprile) non sono mancati i momenti difficili che hanno messo anche in dubbio l’esistenza del club. Un po’ come dalle nostre parti come ben sappiamo. Non è facile sintetizzare le varie vicende, soprattutto quelle che hanno portato la società nel biennio 2009- 2011 ad un passo dal baratro e dalla scomparsa. Già nel 1977 una grave crisi finanziaria aveva costretto il club a vendere tutti i giocatori della prima squadra ed a giocare la seconda metà del campionato con una squadra di giovani, retrocedendo inevitabilmente in terza serie e addirittura in quarta serie dopo altri due anni.
Nella stagione del centenario, 1998/99, ci furono nuovi problemi finanziari ma l’arrivo di Milan Mandaric, un miliardario serbo-americano improvvisamente innamoratosi del calcio britannico aprì una nuova fase. E qui la storia si fa interessante o se vogliamo, intrigante (nel senso peggiore del termine) Merita dilungarci perché i vari passaggi sono degni della peggiore gestione possibile di una squadra di calcio. Mandaric spende molto e il Portsmouth ritorna grande conquistando la Premier League nel 2003. Inizia una buona fase per il club con tre salvezze in Premier League, quasi come vincere un campionato. Nella stagione 2005/2006 arriva il nuovo allenatore Harry Redknapp (ex manager degli odiati rivali del Southampton) che di soldi ne fa investire parecchi. Per questo motivo molti tifosi lo accusano ancora oggi di essere stato uno dei responsabili del crack finanziario. Nel 2006 Mandaric vende il club, ormai stabile in Premier League, al business man franco-israeliano Alexandre Gaydamak. Un nome da segnare come vedremo presto. Redknapp chiede continuamente rinforzi e Gaydamak lo accontenta senza batter ciglio. Arrivano a Fratton Park Benjani, per l’allora cifra record per il club di 4.1 milioni di sterline e nel giro delle due successive stagioni giocatori del calibro di Sol Campbell, Jermaine Defoe e Peter Crouch.
In campionato la squadra non fa sfracelli ma si attesta comunque su posizioni tranquille. Nel 2008 però vince la FA Cup a Wembley contro il Cardiff City in un tripudio di tifosi dei Super Blues. Redknapp intanto saluta e se ne va ad ottobre ad allenare il Tottenham. Ma la politica dello spendere senza limiti o degli acquisti alla Abramovich finisce con lasciare un segno pesante. Nel 2008 il Portsmouth spende 55 milioni di sterline in soli stipendi ai giocatori, chiudendo l’esercizio finanziario con una perdita di 17 milioni. Ma i debiti complessivi del club ammontano già a 60 milioni di sterline. Nel maggio 2009 Gaydamak vende il club al sultano Sulaiman Al Fahim il cui stato patrimoniale non risulta molto chiaro. Infatti non riuscendo ad ottenere i prestiti necessari alla gestione del club già pesantemente indebitato, salta due mensilità nel pagamento degli stipendi. La Premier League obbliga allora Al Fahim a cedere il club, sono passati solo 50 giorni. Subentra quindi un cartello controllato dall’immobiliarista saudita Ali al- Faraj (scherzosamente soprannominato dai tifosi “Al-Miraj” miraggio). Continuerò a parlare delle vicende societarie nella prossima puntata di Pompey calling per poi spiegare come i tifosi, ed in particolare il Pompey supporters trust, abbiano salvato la loro squadra e la loro storia. PUP
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